
Francesco Venturi è un musicista e compositore. Dal 2019 è ricercatore alla Kingston University di Londra, con uno studio sulla relazione tra vocalità e identità. Come cantante, alterna l’improvvisazione radicale alla lirica, e presta la sua voce in opere d’arte, film, programmi radiofonici e progetti interdisciplinari nelle arti performative. È autore inoltre di musiche per il cinema documentario, la danza e il teatro sperimentale. Molto attivo nella curatela musicale, è codirettore artistico della venue Spettro a Brescia, e lavora presso la Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo. Ha presentato la sua musica in istituzioni e festival quali Teatro Nazionale e Milano Musica, Milano; Transart, Bolzano; George Wood Theatre, Londra; Manifesta11, Zurigo; Palais de Tokyo, Parigi. Nel 2017 fonda insieme a Francesco Fonassi il duo Interlingua, che ha all’attivo tre album e due tour internazionali. È stato inoltre artista in residenza alla Fondazione Ratti di Como e alla fondazione Spinola-Banna di Torino. Ha studiato composizione al Conservatorio di Milano, grafica all’Accademia di Belle Arti di Brera e musicologia alla Goldsmiths University di Londra.
IL PROGETTO: FASE NOVE // ASSOLO URBANO
Ekin Bozkurt (sound designer), Chiara Campara (filmmaker), Giulia Oglialoro (autrice giornalista), Riccardo Tabilio (autore dramaturg) e Francesco Venturi (compositore), sono gli artisti selezionati con la seconda open call di Casa degli Artisti intitolata “Turno di notte” e lanciata nel mese di gennaio per un progetto di lavoro condiviso con il collettivo tedesco Rimini Protokoll, Leone d’Argento alla Biennale di Venezia Teatro del 2011.
Il lavoro dei 5 artisti selezionati, coordinato e seguito da Jörg Karrenbauer e Aljoscha Begrich di Rimini Protokoll nel ruolo di mentori, ha come tema il lavoro – in consonanza con “Work”, titolo che guida la programmazione di Casa degli Artisti del 2020. Si concentra in particolare sul lavoro nel mondo della cultura e dell’arte, tema reso ancora più attuale e urgente dalla crisi provocata dalla pandemia. Il lavoro è stato completamente ripensato durante i mesi di lockdown; si è deciso di lavorare proprio sulla contingenza, considerandola un’opportunità, indagando la mutevole percezione degli spazi e degli operatori culturali. Un percorso urbano multimediale per singolo spettatore che si sviluppa a partire dal vuoto, dallo stato di incertezza e dalla crisi di valori attuale, per ragionare in forma artistica sul valore dell’arte, della cultura, dell’innovazione, sul significato di tempo libero e sul suo ruolo nel mercato.
Rimini Protokoll è stato fondato nel 2000 da Stefan Kaegi, Helgard Haug e Daniel Wetzel e negli anni ha collaborato con diverse costellazioni di artisti. L’obiettivo è quello di espandere i mezzi del teatro al fine di creare nuove prospettive sulla realtà. Rimini Protokoll si avvale della collaborazione di esperti, le cui conoscenze e competenze vanno oltre il teatro, per produrre spettacoli, produzioni radiofoniche e interventi urbani che spesso traducono spazi urbani e strutture sociali in formati teatrali.