
Chiara Campara (Verona, 1987) si è laureata in Filosofia all’Università degli Studi di Milano e ha studiato documentario alla Scuola di Cinema Luchino Visconti, Milano. Con il cortometraggio di diploma Photofinish è stata selezionata in concorso al Festival dei Popoli 2014. Ha co-prodotto e co-diretto, Sotterranea, progetto documentario lineare e interattivo, in concorso a Visioni dal Mondo 2016 e vincitore del Premio Miglior Webdoc a Capodarco L’Altro Festival 2016. Le Allettanti Promesse, documentario realizzato assieme a Lorenzo Faggi, ha vinto il premio Imperdibili al Festival dei Popoli 2017 ed è stato selezionato a Visioni Italiane, Full Frame Festival (USA) e Trento Film Festival. Il progetto di lungometraggio Lessons of Love è stato selezionato al programma internazionale Biennale College Cinema ed è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2019.
Il PROGETTO: FASE NOVE // ASSOLO URBANO
Ekin Bozkurt (sound designer), Chiara Campara (filmmaker), Giulia Oglialoro (autrice giornalista), Riccardo Tabilio (autore dramaturg) e Francesco Venturi (compositore), sono gli artisti selezionati con la seconda open call di Casa degli Artisti intitolata “Turno di notte” e lanciata nel mese di gennaio per un progetto di lavoro condiviso con il collettivo tedesco Rimini Protokoll, Leone d’Argento alla Biennale di Venezia Teatro del 2011.
Il lavoro dei 5 artisti selezionati, coordinato e seguito da Jörg Karrenbauer e Aljoscha Begrich di Rimini Protokoll nel ruolo di mentori, ha come tema il lavoro – in consonanza con “Work”, titolo che guida la programmazione di Casa degli Artisti del 2020. Si concentra in particolare sul lavoro nel mondo della cultura e dell’arte, tema reso ancora più attuale e urgente dalla crisi provocata dalla pandemia. Il lavoro è stato completamente ripensato durante i mesi di lockdown; si è deciso di lavorare proprio sulla contingenza, considerandola un’opportunità, indagando la mutevole percezione degli spazi e degli operatori culturali. Un percorso urbano multimediale per singolo spettatore che si sviluppa a partire dal vuoto, dallo stato di incertezza e dalla crisi di valori attuale, per ragionare in forma artistica sul valore dell’arte, della cultura, dell’innovazione, sul significato di tempo libero e sul suo ruolo nel mercato.
Rimini Protokoll è stato fondato nel 2000 da Stefan Kaegi, Helgard Haug e Daniel Wetzel e negli anni ha collaborato con diverse costellazioni di artisti. L’obiettivo è quello di espandere i mezzi del teatro al fine di creare nuove prospettive sulla realtà. Rimini Protokoll si avvale della collaborazione di esperti, le cui conoscenze e competenze vanno oltre il teatro, per produrre spettacoli, produzioni radiofoniche e interventi urbani che spesso traducono spazi urbani e strutture sociali in formati teatrali.